Anche quest'anno è arrivato il tempo di festeggiare l'Equinozio d'autunno, Mabon, il giovane dio della vegetazione e dei raccolti, figlio modron, la Dea madre che quest'anno cade il 22 settembre. La Dea terra è matura, dalle forme primaverili
della fanciullezza era passata a quelle estive della fertilità ed ora sta per
trasformarsi in quelle della saggezza e dell’introversione autunnale che, dopo
Mabon, prenderà inizio.

Mabon è anche tempo di vendemmia e della fabbricazione del vino, dalla pigiatura delle uve fino alla chiusura nel buio delle botti, in attesa che sia maturo.
A Mabon è tempo di onorare le divinità anziane e lo spirito, è tempo di guardare dentro noi stessi abbandonando i vecchi propositi per prepararci al periodo di riposo dell'anno.
Le divinità vengono ringraziate per i loro doni, auspicando il ritorno futuro dell'abbondanza, ricordando di lasciare una parte del banchetto per la natura e le sue creature. In segno di ulteriore ringraziamento alla Grande Madre Terra per i doni che ci ha elargito.
Nella nostra vita moderna e frenetica abbiamo perso gran parte dei significati che queste feste e ricorrenze avevano per i nostri antenati. Il contadino che tanto ha faticato d'estate si appresta ora a godersi un periodo di assoluto riposo. Nel periodo medievale e prettamente nell'Alto medioevo, le strade sconnesse diventavano impraticabili in autuno e inverno, il clima rigido non permetteva di restarsene molto tempo all'aperto, per cui così come si fermava la terra anche i commerci e la vita quotidiana rallentava e si fermava.
Chi festeggia Mabon e tutte le altre feste del Calendario pagano si dà l'opportunità di entrare in contatto con questo mondo antico e lontano, imparando ad apprezzare la natura e le cose semplici della vita. Riunirsi insieme alla famiglia o gli amici o semplicemente con la persona a cui più teniamo, l'atmosfera gioiosa e di riflessione, il banchetto pronto e le bocche affamate, i lumicini delle candele e l'odore della cera che brucia e per chi ha la possibilità di farlo un bel fuoco acceso con le foglie secche e il legno del proprio giardino.

Ognuno può festeggiarlo come meglio desidera ma chi ne ha possibilità può recarsi a fare passeggiate nei boschi o anche per le nostre campagne, offrendo alla Grande Madre Terra gli avanzi del nostro banchetto, dando libagione agli aberi e agli animali, da soli o in compagnia prendendosi un po' di tempo per sedersi sotto ad un albero o vicino ad un ruscello e riflettere, ascoltare il bosco e le sue melodie, il rumore delle fronde scosse dal vento, il canto degli uccelli e perchè no il fragore leggero delle acque di un ruscello. Unirsi alla terra e come lei rallentare, almeno per un giorno, la nostra vita, sentendosi parte integrante di essa.