lunedì 10 dicembre 2012

YULE - UN "NATALE" ANCESTRALE

Il freddo dell'inverno ha preso il sopravvento e le giornate si accorciano. Lentamente ci allontaniamo dal sole, nostra fonte di vita, ed ecco che si fa più piccolo e i suoi raggi benefici lasciano posto alle fredde giornate invernali. L'aria è gelida, secca e pungente. Nelle mattinate invernali la brina dona ai prati e agli alberi uno straordinario senso di candore. Le grigie giornate autunnali lasciano il posto ad un cielo terso, di un azzurro profondo, ed ecco avvicinarsi la prossima festa celtico-pagana, sistemata in una data che, ahimè, durante questo anno 2012 è stata oggetto di congetture di ogni tipo, una data che ormai conosciamo bene, ma che purtroppo resterà nella memoria comune per "la profezia dei Maya" e secondo alcuni la conseguente fine del mondo e non per il suo vero significato, quello più profondo e antico, quello che lega le popolazioni dell'Europa del nord, tutta quell'area che è stata per secoli sotto l'influsso della cultura celtica e norrena. 
 Stiamo parlando di Yule, il 21 dicembre, la festa del solstizio d'inverno, il giorno più corto dell'anno. L'etimolodia della parola "Yule" (Jól) non è chiara. È diffusa l'idea che derivi dal norreno Hjól ("ruota"), con riferimento al fatto che, nel solstizio d'inverno, la "ruota dell'anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire" ed alcuni credono che fosse Odino a portare i regali. Molto prima che nell'epoca vittoriana Babbo Natale fosse identificato come un elfo grasso e gioioso, era mostrato alto e longilineo, con un lungo vestito nero, invece che rosso e bianco. Le prime legende raccontano che Babbo Natale guidasse un cavallo bianco, non una slitta piena di renne. Questo ci ricorda per l'appunto Odino e Sleipner. Il vecchio "Babbo" era anche una figura molto particolare, a tratti terrorizzante, soprattutto per le persone cattive e con intenti poco onorevoli. 

Gli antichi Greci festeggiavano una celebrazione simile per assistere il Dio Cronos in battaglia contro Zeus e i Titani. I Romani invece festeggiavano il Dio Saturno. La festa difatti si chiamava Saturnalia e iniziava a metà dicembre per finire il primo di Gennaio. Si era soliti dire "Jo Saturnalia" quando ci si incontrava mascherati per le strade e si utilizzava queste giornate per fare grossi e lauti pranzi, andare a trovare gli amici e parenti e per scambiarsi dei regali di buona fortuna chiamati Strenae (da qui la tradizione delle strenne natalizie). Decoravano le loro case con ghirlande di alloro e sui sempreverdi venivano accese candele. Gli schiavi venivano resi liberi.
Celebrazioni venivano tenute in onore degli spiriti dei boschi. Gli alberi venivano portati nelle case e decorati con campanelle, candele e con nastrini dai colori brillanti per attrarre gli spiriti. Pane, frutta e noci venivano appesi sui rami per dare cibo agli stessi. Canti di gruppo erano anche un modo per guidare gli spiriti al rifugio delle case e i ceppi venivano accesi per dare calore.

Durante il Medioevo, la celebrazione pagana del natale veniva vista come un'occasione come un'altra per feste sfrenate e bagordi, soprattutto per il popolo, mentre i nobili e il clero condannavano questi momenti di perdizione e così questi festeggiamenti sono stati resi illegali e la gente ha così iniziato a festeggiare il natale in casa, con la famiglia iniziando a far ruotare la festività natalizia intorno al focolare domestico. Le tradizioni pagane erano molto radicate negli usi delle persone e infatti il Natale è stata una transposizione dell'antica festa pagana di Yule. Con il passare del tempo le feste venivano viste sempre più come opera del diavolo e momenti di perdizione, la tradizione cristiana si premurò quindi di rendere il Natale una festa sacra e sobria, la festa della nascita del Salvatore, anche se in realtà non ruiscirono nell'intento. Proprio per questo naque la festa gogliardica del Carnevale, un periodo dell'anno in cui il popolo poteva concentrare tutti i festeggiamenti più sfrenati. In sostanza anche con Yule si è cercato di soppiantare le tradizioni pagane e trasformarle in feste cristiane, cosa che è stata fatta in tutti i casi in cui non è stato possibile cancellare completamente la ricorrenza pagana.

Questo giorno è uno degli otto giorni solari o sabbat, rappresenta la rinascita della luce attraverso la notte più lunga dell'anno ed era già associata alla nascita del "Re Divino", ossia il Dio della luce, molto prima che si diffondesse il cristianesimo e che quella definizione venisse plasmata sul nome di Cristo, definito appunto la luce del mondo. In questo giorno la Dea da alla luce il Sole bambino, vista anche come la vittoria del Signore della luce su quello dell'oscurità.

Perchè dfinire Yule un "Natale" ancestrale? Perchè il Natale di oggi non è altro che una modificazione di una tradizione molto più antica. La tradizione cristiana dell'albero di Natale ha le sue origini nella celebrazione pagana di Yule. Famiglie pagane portavano un albero in casa così che gli spiriti dei boschi avrebbero avuto un posto dove restar caldi nei mesi invernali. Campanelle erano appese ai rami così che si poteva riconoscere quando uno spirito era presente. Il cibo era appeso per farli mangiare e una stella a cinque punti, il pentagramma, simbolo dei 5 elementi, era messo a capo dell'albero. I colori della stagione, rosso e verde, sono anche di origine pagana, così come l'abitudine di scambiarsi i regali. 
 
Così come gli alberi da frutta, anche i sempreverdi sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale. L'albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l'anno, è un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l'oscurità dell'inverno. La birra e il pane venivano offerti agli alberi in Scandinavia. L'albero di Yule rappresentava la fortuna per una famiglia così come un simbolo della fertilità dell'anno che sarebbe arrivato.

Come festa del sole, Yule è celebrato attraverso il fuoco e l'uso di un ceppo. Un pezzo del ceppo è salvato e tenuto durante l'anno per proteggere la casa. Questa antica tradizione di matrice inglese era fatta con un ceppo di Quercia che era tagliato, decorato con aghi di pino e pigne e quindi bruciato nel caminetto per simbolizzare il sole che ritorna.

I bimbi venivano portati di casa in casa a regalare mele speziate ai chiodi di garofano e arance pieni di chiodini infilati nella buccia, che tenevano in cesti di rami di pino insieme a dei gambi di grano ricoperti di farina. Le arance e le mele rappresentavano il sole, i rami l'immortalità e il grano simboleggiava il raccolto. Infine la farina era la consapevolezza del trionfo, della luce e della vita. Il vischio, il pungitopo e l'edera non solo erano decorazioni di esterni ma anche di interni. Un rametto di agrifoglio veniva tenuto tutto l'anno per assicurare fortuna alla casa e a chi ci risiedeva. 


Ricordiamo anche l'importanza della ghirlanda, in quanto simbolo di Yule, perchè rappresenta la ruota che sempre gira e il cerchio senza fine che ogni volta si compie. Insomma, la natura infinita della vita. E' tradizione fare una ghirlanda di vischio e rami di abete per simboleggiare l'antica ruota attraverso cui passavano i pagani dei tempi. 
L'angioletto sopra l'albero di Natale, in realtà in molti posti della Germania, diventa una streghetta, per rappresentare la Crona, la vecchia Dea che presiede su questa fase dell'anno. Anticamente si era soliti posizionare una luce, proprio per simboleggiare la rinascita del sole. 




Corrispondenze:

Luna

Fredda, Quercia, Luna delle Notti Lunghe

Simboli
Ceppo, l'albero, candele, vischio, l'edera, gli abeti

Divinità
Tutte gli Dei nascenti e del Sole, tutte le Dee Madri e le Dee triplici.

Colori
Rosso, Verde, Oro e Bianco

Cibi tradizionali
Noci, frutti come le mele e le pere, Maiale, Idromele, patate, cipolle, Dolci con il cumino

Erbe
Agrifoglio, Vischio, Edera, Cedro, Alloro, Ginepro, Rosmarino, Pino, Valeriana, Mirra

Oli
Rosmarino, Mirra, Noce Moscata e Cedro

Incenso
Pino e Cannella

Animali
Cervi, scoiattoli e il pettirosso

Gemme
Quelle dal colore rosso, rubini, corniole e granato


Dee

Brigida, Iside, Demetra, Gea, 
Diana, la Grande Madre, dea delle fertilità

Dei

Apollo, Ra, Odino, Lugh, Cernunno,
il Re Verde, il Divino Fanciullo, Mabon



Fonti
Mie conoscenze